Sì, lo dico e lo spingo: "La terza madre" è il secondo film più bello di Dario Argento, dopo l'ovvio "Profondo rosso".
La struttura è sempre la stessa, con minime variazioni: un americano in italia indaga su un caso di stregoneria, non ce la fa, ma completa l'opera quella gnoccolona che compare nuda e che ha un seno che papà avrebbe fatto meglio a non filmare perchè ora mezza italia si farà le seghe pensando a lei. Sto parlando di Asia Argento.
Vogliamo parlare degli attori? Sono dei cani. Tutti. E il dialoghista, se c'è, è preso in prestito dall'industria del porno. Nella prima scena di Asia le due attrici in scena continuano a dire quello che fanno. Imbarazzante.
Però una persona non va a vedere un film di Dario Argento per la recitazione, ma per le scene di sangue e suppurazione. Ci sono. Urca, se ci sono. Sgozzamenti, stupri con coltelli, scimmie assassine. Sangue e tette (belle tette) a volontà. Pure la scena lesbo-chic che ci mancava. E un sacco di scene di violenza urbana a Roma, data la trama di seconda apocalisse romana.
A proposito: Roma. Roma per niente. Roma in tutto. Il film è girato a Torino, con qualche inserto di Roma (bambini che muoiono davanti a Castel Sant'angelo). Roma e Torino si mischiano bellamente per creare una città sufficientemenete caotica e claustrofobica. Per dire: Roma Termini, fuga in libreria di Via Po, uscita dalla libreria e ritorno a Roma Termini.
Anche gli effetti speciali meritano: mai visti di così ben fatti in un film italiano.
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