Naturalmente i blog (ma anche i forum, i siti, gli elenchi di porno) avrebbero dovuto difettare di esteticità e di intelligenza.
Poi è nato inquinamento e amen.
Nonostante ciò, ho cercato un po' di siti che facessero questa opera di censori dell'internet.
Sciaboletta.org, Fustigar costumi d'uopo è: Vanta di essere il primo blog di critica. sono 8 personaggi che, dal 2003, cercano blog sulla rete e li criticano perché brutti e cattivi. Wow, direte voi, se vanno avanti da così tanto tempo, non saranno costretti a sparare nel mucchio.
E invece purtroppo sì.
Ecco infatti una citazione di una critica che ha poi suscitato una serie di LOL e PWND a raffiche composte:
L’abbiamo pensato anche noi. Poi si guarda meglio, e si scopre che questa intestazione altro non è che una citazione di Bukowski, l’osceno scrittore-clochard americano divenuto icona di ubriaconi, fanatici della cannabis e, più in genere, ragazzini finto-alternativi e perennemente ribelli (repressi, è ovvio).
ecco, qui fanno un errore che una persona che desidera porsi come censore non dovrebbe fare: primo, attaccano la persona attraverso l'intercapedine della citazione, che invece può essere messa lì anche per ironia (tipo, io non faccio apologia della distruzione dell'ambiente per davvero) o per chissà cosa altro; secondo, hanno erroneamente descritto Bukowski, paragonandolo ad un autore della beat generation, lui che invece in molti racconti spiega come lui detesti la piega beat della scrittura e come sia oltremodo disgustato dalle canne.*
Potreste sostenere che serve a generare rosicamenti compulsivi da parte del criticato.
Beh, allora che blog di critica è, se l'obbiettivo è "fustigare" così senza motivo?
ma andiamo avanti:
Baudelaire, eterno idolo delle ragazzine contagiate da maledettismo d’accatto.
qui la citazione di Squallido Master è evidente. Ma questa mi fa ridere e allora ridiamo uniti.
Mi perplime in particolar modo l'uso di certi aggettivi, quali "veltroniano", "wertheriano" [pazzulli wertheriani], o altri aggettivi predisposti ad indicare con dileggio le probabili fonti dell'autore del blog. Fonti sempre da screditare ovviamente.
E qui che scatta il mio pensiero della domenica. Che senso ha criticare in tal modo un blog? Se io scelgo di leggere un blog, tenendo buono il principio dello "scire per causa", lo apprezzerò o lo disprezzerò come apprezzo e disprezzo libri e film. E credo che ciò che vale ora per me valga per ogni internauta. Poi scriverei la tal cosa per me, ci penserei su e deciderei cosa produrre di mio in seguito a queste considerazioni. Sparare nel mucchio la propria rabbia invece mi fa pensare che ci sia del marcio nel web. E non in un sito così, che è stato criticato sebbene lollosetto.
*sembra però che uno sia svizzero, mi spiace.
Guarda questo: ecco, questo ragazzuolo è molto simpatico. Egli cerca blog davvero imbarazzanti. Non diari come la sciaboletta [che poi è un uomo] di prima. Blog come questo, per dio!
E ci regala commenti come questo, degni del miglior bucknasty:
E dopo il solito barboso cappello introduttivo passiamo alla solita parte di mezzo del post in cui recensisco dei blog che ti fanno venire voglia di sfondare a craniate il monitor. Uno di questi è ilpenemidailpane.splinder.com che non sarebbe altro che un tentativo di divertire gente mediocre come voi con un intero sito dedicato a delle simpaticissime forme falliche. A me pare una stronzata mettere un po' di cazzi per indurre l'interesse della gente (hahaha, che sito simpaticissimo, ci sono tanti hahaha...peni!)
Ecco, in questo autore non vediamo boria, ma causticità. E ce ne rallegriamo.
Ultimi vengono i Xsolventi.
Ecco, a parte un video divertente abbastanza da farmi tornare la voglia di andare in Chapas, i Xsolventi hanno operato al fine di ripulire uno spazio a mio parere insalvabile: space.live.com. Dove basta vedere il blog di Doretta per capire quanta infanzia vi sia lì radunata.
Inoltre attaccano solo le bimbe, quando studi medici accurati hanno stabilito che le donne sono una razza inferiore, come i blogger.
Dopo tutto ciò, vale una antica legge:
guarda il kilo di merda che hai nelle tue mutande.
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